domenica 3 agosto 2014

ANNO 515

TEODORICO SPOSA LA FIGLIA AMALASUNTA
I VARI MATRIMONI CON SOLO BARBARI



 Teodorico intenzionato a dare la sua quarta figlia Amalasunta in sposa a EUTARICO un Visigoto spagnolo, informando Costantinopoli a cose fatte l'imperatore ANASTASIO pone il suo veto e non gli ratifica la scelta fatta.

Ricordiamo che TEODORICO, già giunto a una certa età, quasi sessantenne, si sta preoccupando della sua successione e non avendo figli maschi, ma solo quattro femmine sta dandosi da fare nel trovare un marito influente all'ultima sua figliola nubile.

Con una sua politica di parentele (tutte barbare) e con questi legami il suo obiettivo è quello di estendere la sfera d'azione su tutto l'impero d' Occidente.

Se ripercorriamo questi matrimoni vedremo questo quadro strategico politico di TEODORICO che stava cercando di egemonizzare con i suoi parenti goti, visigoti, franchi e germani tutto l'occidente.

La prima figlia AREVAGNI fu maritata ad ALARICO re dei Visigoti, la seconda TEUDEGOTA a SIGISMONDO re dei Burgundi, la terza aun Vandalo, la quarta AMALASUNTA a un suo connazionale re dei goti EUTARICO (scelta bocciata a Costantinopoli, che iniziano a vedere in questi matrimoni alleanze un po' inquietanti)
Infine i matrimoni con una sua sorella AMALAFRIDA con TRASAMONDO re dei Vandali figlio di GENSERICO, un'altra sorella AMALABERGA con ERMANFREDO re dei Turingi e lui stesso si era sposato con AUDEFLEDA che era poi la sorella di CLODOVEO re dei Franchi.
Considerando che Teodorico aveva il suo esercito in Italia, e a Sirmio, se univa tutte queste potenziali forze parentali esterne, a Costantinopoli dovevano davvero preoccuparsi. Chi li avrebbe più fermati se in un ipotetico giorno Teodorico scendeva dai Balcani verso Bisanzio.

Tutti questi matrimoni dovevano servire a cementare parentele per saldare poi i territori in una unica stirpe, quella clodoveiana e teodorichiana.

Ma non diedero i frutti sperati come abbiamo visto, e ne lui si fece poi scrupolo di attaccarli militarmente quando non vedendoli schierati con lui, capito che gli erano solo d' impaccio non esitò ad affrontarli, come abbiamo già visto fare con il cognato Clodoveo in Settimania nel 509.

E lo vedremo ancora affrontare parenti, perché costoro hanno altre intenzioni, diverse dalle sue, cioè vogliono crearsi dove risiedono un loro regno, e se necessario impegnarsi a lottare, ma solo per allargarlo questo regno.
E da qualche decina d'anni che franchi, germani, e i visigoti in Spagna, intendono fare solo più questo, e non più appoggiarsi al potere centrale; fra l'altro lontanissimo, e sempre con il rischio di essere impiegati in altri luoghi e per altri scopi che nulla hanno a che vedere con i loro obiettivi.

Teodorico fra l'altro non è un imperatore, quindi cercano in tutti i modi di non stringere alleanze troppo pericolose che potrebbero compromettere la loro autonomia.
Teodorico molto abile nella guerra, ma fallimentare in queste unioni; ed errore grave non ne ha fatta una sola con un latino, pur dimorando nella penisola.
La sua intenzione -l'abbiamo già esposta nelle precedenti pagine questa convinzione- era quella di germanizzare tutto l'occidente.
Ma Teodorico non poteva fare questa "rivoluzione" se mancavano o non rispondevano all'appello proprio i germani, impegnati già a dividersi tra di loro, al di qua e al di là del Reno.

ANNO 514

LE CONTROVERSIE RELIGIOSE
LE GRANDI FRATTURE FRA MONDO LATINO E BIZANTINO

Dal punto di vista storico, l'interesse di queste controversie sta non tanto nei motivi che le ispirarono quanto nelle divisioni e nelle combinazioni a cui esse dettero vita.
La divisione delle chiese sembra in molti casi essere alla base della divisione dei popoli e delle nazioni che in seguito si formarono; mentre le differenze religiose ne furono il pretesto piuttosto che la causa; e a volte, quando la divisione ci appare ben definita, si perde di vista la causa stessa della disputa, o se ne fa una del tutto personale e non oggettiva.

Lo abbiamo visto con CLODOVEO, che puntando molto sulla conversione religiosa, questa la fece, ma con una candida ipocrisia, perchè poi non cambiò i suoi programmi che erano sempre quelli di un conquistatore barbaro; e non cambiò (compresi i suoi figli e nipoti) neppure i mezzi che erano pure questi barbari.

A una prima impressione si potrebbe far risalire a queste discordie religiose i motivi del perché non avvenne in questo periodo una unione dei due imperi (mai stati così vicini nel riuscirci) ma a una approfondito esame delle situazioni che si crearono militarmente con l' avidità di certi governanti, generali e funzionari (e perfino tra figli e padri), tali questioni anche se violente non avrebbero potuto modificare il corso della storia nel senso rispondente al fine, perché c'era una profonda differenza culturale che stavano alla base delle due popolazioni; ci troviamo dunque di fronte a questo dualismo etnico-culturale più che a un dualismo religioso tra oriente (intendiamo quello bizantino) e occidente.

Possiamo vedere in questi scontri fra regnanti non una strumentalizzazione del clero, ma semmai l'incontrario. Le corrente religiosa orientale era intrappolata essa stessa dentro una cultura politica presuntuosa che non permetteva così ad entrambe di accettare una subordinazione alla chiesa di Roma, solo perché Roma non aveva più in questi tempi il potere politico (questo era rimasto solo nelle sue insegne imperiali e basta o nei ricordi ) ma con l'assimilazione delle culture germaniche, celtiche, franche e perchè no anche barbare, in quella latina, ebbe un ricambio vitalistico vigoroso a livello inconscio che favorì agli uni e agli altri, la nascita di una nuova coscienza, che pur tenuta in quarantena tornò a farsi sentire in tutta la sua potenzialità dopo essere stato sei sette secoli latente.
(e che sia stata solo latente anche questo è opinabile; nei secoli bui pochi studiosi hanno indagato a fondo, e forse non nella direzione giusta).

Costantinopoli anche se dopo subì delle invasioni turche che modificarono le menti, queste provenivano da sedimenti di cultura, mesopotamica, persiana, mongolica, cioè tutte culture che -pur vicine- non avevano avuto più modo di confrontarsi per evolversi.
Questo invece non era avvenuto in Europa. Dal nord, certo piombarono barbari, analfabeti, tanti costumi, usi e tradizioni che cozzavano con tutte quelle latine, ma mantenne sveglie le menti.
Ognuno fece la sua parte: longobardi, carolingi, normanni, svevi ecc.

Durante i periodo dell'Umanesimo e poi in quello Rinascimentale, tutto questo stallo che era invece avvenuto a Costantinopoli lo vedremo poi nella immobilità culturale, politica, religiosa e anche una certa afasia nel linguaggio, quando arrivarono i turchi. Non conservarono latente nulla del passato, perchè avevano già capitolato da secoli, rifiutato il confronto con Roma, che nemmeno i barbari -senza cultura- disdegnarono; questi non si sentivano imperatori se prima non scendevano in Italia e a Roma.

Da questo momento, si sta creando una grande muro di incomunicabilità, che impedirà ai due mondi, di capirsi sia sul piano teologico come in quello politico e, (essendo gelosi) perfino nella lingua. In questo periodo tutta Costantinopoli parlava il greco e il latino. Rimosse tutto. La penisola italica invece nonostante duemila anni di invasioni e di dominazioni straniere mantenne integra la lingua, la sua cultura, le sue tradizione, usi, costumi, il suo ingegno e la sua vitalità seguitandole a spargerle costantemente direttamente o indirettamente su tutta Europa.

In quello culturale e tecnologico l'abisso tra i due mondi diventerà poi incolmabile, anzi diventando quello occidentale esponenziale allontanerà sempre di più i due mondi, e li invilupperà come abbiamo visto fare ancora in questi ultimi tempi nelle loro dispute che ci ricordano il medioevo. Stanno percorrendo ancora oggi i sentieri impervi che noi ci lasciammo alle spalle, non senza farne tesoro, dopo questo anno 514 e seguenti.

Eravamo saliti sullo stesso treno della storia, ci siamo incontrati con loro in una stazione, abbiamo fatto sosta; poi noi siamo ripartiti con il primo biglietto disponibile per qualsiasi destinazione (e non era facile con questo sconquasso di questi anni sapere dove andare) loro invece rimasero sulla pensilina a discutere quale biglietto prendere e per quale destinazione, e forse qualcuno pensava che non era neanche il caso di partire perchè il loro mondo era il mondo migliore. Il mondo Bizantino.
Perfino gli arabi scantonarono da Bisanzio. Mentre gli stessi arabi non scantonarono il mondo occidentale. Pur sempre mediterranei erano, come i latini. Gli arabi non inventarono nulla, ma impararono solo bene tutto quello che era stato fatto fino allora nel greco-latino "lago" Mediterraneo, poi partendo da qui, proseguirono allargando il loro orizzonte.
Un famoso scienziato arabo soleva dire "noi non è che sappiamo tutto, ma semplicemente noi conosciamo molte cose perchè ogni giorno ne impariamo una".

A ROMA sale sul soglio papa ORMISDA di Frosinone eletto il 20 luglio, succede a Papa Simmavo morto il 19 dello stesso mese



ANNO 513

RIVOLTA ARMATA A COSTANTINOPOLI
VITALIANO TENTA IL COLPO


La rivolta che abbiamo accennato lo scorso anno, scoppiata nell'ambiente del clero in novembre, era poi continuata, e a inizio anno ben strumentalizzata da entrambe le due fazioni si era estesa anche nella popolazione; sedata inizialmente dall'esercito, poi anche dentro questo in marzo ci fu una sollevazione armata contro la politica religiosa monofisita invocando quella ortodossa.

ANASTASIO piuttosto coraggioso, per domare i soldati inferociti si presentò davanti alla folla e ai soldati senza corona, come a volersi dissociare dalla politica religiosa precedente e accettando di discuterla. Ed infatti invitò a votare per l'espulsione del Patriarca FLAVIANO, l'origine di tanti suoi guai.
Le rivolte furono sedate con le promesse di comporre le divergenze. Ma alla vigilia del tradizionale appuntamento della festa pagana delle Brytae di maggio (che non era stata mai soppressa perchè fortemente radicata nella popolazione - vi si svolgevano spettacoli di danze e varie giochi con la partecipazione di tutta Costantinopoli) scoppiarono numerosi incidenti con morti e feriti quando fu comunicato che non la si voleva più celebrare.

In questo frangente Anastasio convinto di avere un comandante fedele in VITALIANO che comandava delle legioni in Tracia, lo mandò a chiamare per rinforzare l'esercito in città, ma poco mancò che lo stesso VITALIANO non conquistasse Costantinopoli, deponendo proprio Anastasio, che gli aveva chiesto aiuto.

PATRIZIO che allora era il magister militum di Anastasio, prima che si andasse oltre volle conferire con VITALIANO; gli propose alcune concessioni. Gli offrì 5000 libbre d'oro, il governatorato della Tracia e la promessa di soddisfazione circa la questione religiosa che avrebbe -disse- rimesso all'autorevolezza del Papa.
Poi si ritirò e lasciò libero il generale, rifiutandosi però di sciogliere l'esercito. Qui era chiaro che nessuno avrebbe rispettato i patti in futuro, e così fu, ma, ci arriveremo in seguito.

ANNO 512

TEODORICO CONTROLLA L' ITALIA
LA DISPUTA MONOFISITA DI ANASTASIO


Il territorio che controlla Teodorico (pur non essendo imperatore) ormai comprende tutta la penisola, Sicilia, la Dalmazia, la Svevia (Baviera), gran parte della Rezia (Alto Adige-Tirolo) il Norico (Austria Viennese), la Pannonia (Alta Jugoslavia), la Provenza francese fino ad Arles, e come reggente di Amalarico ancora minorenne anche la Spagna dei Visigoti.
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Se con i cristiani cattolici Teodorico in Italia va molto d'accordo, con quelli dell'imperatore ANASTASIO a Costantinopoli (ortodossi) è in continuo contrasto; anche se Teodorico finora è rimasto sempre distaccato dalle dispute teologiche.
La forte contrapposizione tra i due era semplicemente dovuta al fatto che ANASTASIO e il suo clero (monofisita) con delle dispute con i cristiani di Roma, rischiava di spaccare con una guerra di religione quell'equilibrio che si stava invece creando (così credeva) al di quà di Costantinopoli. (Ma come vedremo più avanti, il grosso problema l'aveva in casa)

Questa disputa teologica che ANASTASIO voleva evitare, per Teodorico che era barbaro e ariano non era certamente comprensibile; ma anche il migliore filosofo e il migliore teologo del tempo (e per altri 1400 anni), si affaticavano inutilmente per trovare una soluzione soddisfacente al problema che travagliava tutti, in oriente come in occidente, che provocava liti furibonde, alle volte sommosse strumentalizzate, non di rado con morti dentro le stesse chiese che si combattevano tra di loro per portarsi via reciprocamente i fedeli, che di queste diatribe non ci capivano proprio nulla; figuriamoci il barbaro Teodorico.
Ma non dimentichiamo che in queste liti c'era una forte componente politica. Veniva dal clero l'approvazione per l'elezione dell'imperatore. E Anastasio era proprio debitore ai monofisiti.

La disputa era sulla natura del Cristo. Il monosifismo del clero vicino ad ANASTASIO negava la natura umana del Cristo riconoscendogli la sola natura divina (e le difese erano sempre di più cavillose come argomentazioni), mentre in Occidente con l' incrollabile dogma di Agostino si manteneva ben saldo il pensiero trinitario-cristologico (triteiste) che voleva Cristo anche umano, alla quale il suo moralismo era interessato anche per l' intento di fare di lui un modello. Il problema quindi consisteva nella nascita di queste due formule "ortodosse" dell' unica persona e delle due nature. (non termineranno qui, perché queste dispute continueranno fino alla ortodossia protestante del 1529, che non seguirà il cattolicesimo romano ma neppure la Chiesa greco-ortodossa; quest' ultima si attesterà (per l'influenza delle idee umanistiche e poi idealistiche e romantiche), sui principi umani della ragione, della libertà e della cultura; che derivarono poi mescolanze assai varie fra una religiosità e spiritualità rigorosamente cristiano-riformatoria e un orientamento umanitario e idealistico; in seguito anche all'interno delle singole chiese protestanti.


Con queste precedenti liti in atto, il 6 Novembre a Costantinopoli scoppiano drammatici tumulti; i rivoltosi uccidono i monofisiti, abbattono le statue dell' Imperatore ANASTASIO, e cercano di proclamare imperatore AREOBINDO la cui moglie GIULIANA rappresentava la casa di TEODOSIO.


Non solo a Costantinopoli accaddero incidenti gravi, ma anche in Arabia, che era poi il centro del cristianesimo monofisita; sempre in lotta con gli ortodossi dell' Etiopia. Ci furono incendi di chiese da entrambi le parti, con l'intervento dell'esercito arabo contro quello etiope.

ANNO 511

ULTIME GESTA DI CLODOVEO - MORTE
L'EREDITA' MAL RIPOSTA
FIGLI E PADRI ASSASSINI PER IL POTERE

CLODOVEO aveva come abbiamo visto riportato grandi vittorie, ma in ognuna di queste il suo metodo per sbarazzarsi degli avversari - i piccoli re che lo contrastavano era molto sbrigativo.

Con una serie di assassini Clodoveo si era liberato dei re salici CARARICO e RACAGNARO, due fratelli che erano succeduti a RICARIO, e RIGNOMERO, ed era entrato in possesso dei loro territori.

A Clodoveo non gli bastava, aveva sete di conquiste; ma restava il regno dei Ripuari. Prima mise CLODERICO contro il padre SIGIBERTO promettendogli a lui sul trono, ed infatti costui si sbarazzò del padre, poi si sbarazzò dell'inesperto giovane che fu a sua volta ucciso.
"Così giorno per giorno Iddio prostrò i suoi nemici davanti a lui, perchè gli si sottomettessero, e accrebbe il suo regno poichè egli camminava davanti a lui con cuore onesto e faceva quello che era gradito alla Sua vista"

Così GREGORIO DI TOURS ci tramanda la singolare cronaca che conclude la narrazione di tutti questi delitti.

Indubbiamente c'è da ammetterlo aveva bene governato e con audacia combattuto (aveva Dio davanti a lui!) facendo molto assegnamento sull'appoggio dell' episcopato. Ma per ingraziarselo ancora di più, convoca quest'anno un concilio a ORLEANS, dove però è lui a voler discutere come dare una disciplina al clero, e come offrire il diritto di asilo agli infedeli nei luoghi sacri.

Volle discutere anche sulla successioni dinastiche, volendo lasciare ai figli il trono e i privilegi del comando del suo esercito (prima queste successioni non erano in uso nei barbari, la successione andava al più degno, al più forte, al più audace e ovviamente al più prestante del gruppo. Ma già con i Franchi si inizia a dire che era una loro consuetudine il diritto ereditario privato

Clodoveo nel regolare la successione, fu quasi preveggente, fece appena in tempo, perché proprio quest'anno morì.

Ora dopo quelle disposizioni impartite e suggellate dal clero a Orleans, considerando il regno una eredità familiare la spartizione alla sua morte avvenne fra i quattro figli TEODORICO I, CLODIMIRO, CHILDEBERTO, CLOTARIO I.

Ciascuno di essi ebbe una parte di regno. Come capitali del loro territorio scelsero, rispettivamente Reims, Orleans, Parigi, Soissons.
Purtroppo accadde quello che era già avvenuto con GENSERICO in Africa. Furono - quelle ricevute dai figli- eredità molto difficili, lasciate a uomini incapaci che non avevano né carisma né il carattere dei genitori; ma solo invidia l'un l'altro.

Entrambi i due singolari monarchi avevano molto lottato, avevano fatto grandi conquiste, ma non avevano costruito nulla di solido per il futuro; soprattutto non avevano insegnato ai figli cos'era un regno. Altro errore grave quello di dividere il regni, mettendo gli stessi figli uno contro l'altro per l'ingordigia di voler tutto.

Infatti anche quelli di Clodeoveo si uccisero fra di loro spinti dall' avidità di accrescere il proprio territorio; iniziarono i primi due, sbarazzandosi dei due fratelli, poi uccisero anche i figli di questi; infine si scontarono gli ultimi due Childelberto e Clotario, e il primo rimase ucciso.
Nel 558 di tutti i discendenti di Clodoveo restava solo più CLOTARIO, che divenne l'unico erede con un figlio degenere anche lui: CRAMNO. Il sangue che scorreva in quest' ultimo non era diverso dagli altri, era anch'esso marcio. Tentò di uccidere il padre per impossessarsi di tutto il regno dei Franchi. Clotario nel 559 inizia a dare la caccia al figlio ribelle, fin quando lo fece prigioniero. La vendetta fu tremenda: mise lui, la moglie e i suoi figli dentro una capanna di legno e per sbarazzarsi con un colpo solo di tutti i discendenti gli diede fuoco bruciandoli vivi.

L'anno dopo, nel 561 si ammalò gravemente anche Clotario; sul letto di morte fu preso dallo sconforto, e al prete che lo assisteva gli chiese "Che cosa pensate del Re del Cielo che abbatte in questo misero modo i re della terra?"
Non riuscì a udire neppure la risposta, perché il Re del Cielo aveva abbattuto anche lui, fulminato; e certamente non gli risparmiò neppure le fiamme dell'inferno, anche se la Francia lui - come suo padre- aveva contribuito a formarla.
Lasciò quattro figli; ma la storia si ripeté, tale e quale. I primi pensieri dei quattro eredi furono quelli di sgozzarsi a vicenda l'un l'altro (ci arriveremo a suo tempo).

ANNO 510

SPUNTA UN FIGLIO DI ALARICO II

Avanzando delle pretese alla successione, viene fuori un figlio bastardo di Alarico II: GISELICO.
Dopo la morte del re Visigoto, a succedergli era stato il figlio Amalarico, che essendo minorenne la reggenza l'aveva presa lo stesso Teodorico; ed era lui a guidare l'esercito visigoto. Giselico dopo aver riunito dei suoi fedeli in Spagna, ha la malaugurata idea volersi di battersi con TEODORICO per la riconquista della corona che ha solo virtualmente il fratellastro.

Nello suo tentativo viene sconfitto, anche se riesce a mettersi in salvo. Non soddisfatto, il prossimo anno, rimettendo insieme un esercito in Africa, tenterà ancora una volta la sortita. Purtroppo in quest'altra impresa oltre che essere un'altra volta fallimentare, ci rimette anche la vita.

LONGOBARDI ALL'ESTERO : Nel 510 circa il Longobardo Tatone, vincitore degli Eruli, viene spodestato e ucciso dal figlio di suo fratello Zuchilone, il grande Vacone che creerà un impero che si estende dalla Boemia dove confina coi Turingi all'Ungheria dove si trova di fronte i Gepidi. Nonostante la sua potenza dovrà confrontarsi con i discendenti di Tatone: prima il figlio Risiulfo fuggito fra i Varni che riuscirà a far uccidere e poi il figlio di Risiulfo Ildechi scappato prima fra gli Slavi e poi fra i Gepidi (da qui l'aspra inimicizia fra Gepidi e Longobardi). Per rafforzare la sua posizione internazionale fra i popoli germanici Vacone passò attraverso ben tre matrimoni: il primo con la turingia Ranicunda, il secondo con la gepida Austrigosa e l'ultimo con Silinga, la figlia del defunto re erulo Rodolfo (con quest'ultimo si voleva andare incontro agli eruli che si erano sottomessi ai Longobardi).

ANNO 509

TEODORICO CONTRO I BURGUNDI






L'attrito causato dall' attacco di CLODOVEO e la sconfitta e l'uccisione di ALARICO re dei Visigoti -che ricordiamo è anche suocero di TEODORICO- fa prendere a quest'ultimo la decisione di inviare il generale IBBA contro i Burgundi in Provenza.
Il timore di Teodorico - dopo il successo a Vouillè- è quello che il re Franco voglia estendere il suo regno verso sud, verso la costa mediterranea. Ma è anche spinto a dare una punizione ai Borgundi per aver aiutato Clodoveo a sconfiggere i Visigoti e di avergli ucciso il suocero.
Dopo la morte di Alarico II, a succedergli nel regno visigoto di Spagna è il piccolo AMALARICO, ma proprio perché minorenne ne assume la reggenza proprio Teodorico.
E' dunque Teodorico questa volta a sconfiggere i Borgundi prima in Provenza fino ad Arles, poi a riconquistare la regione costiera tra il Rodano ed i Pirenei (Settimania).
Teodorico durante questa campagna prende anche accordi con le popolazioni della Turingia e con quella dei germani insediata alle spalle dei Franchi, oltre fare anche alleanze con gli Eruli stanziati lungo il Danubio.