domenica 3 agosto 2014

ANNO 514

LE CONTROVERSIE RELIGIOSE
LE GRANDI FRATTURE FRA MONDO LATINO E BIZANTINO

Dal punto di vista storico, l'interesse di queste controversie sta non tanto nei motivi che le ispirarono quanto nelle divisioni e nelle combinazioni a cui esse dettero vita.
La divisione delle chiese sembra in molti casi essere alla base della divisione dei popoli e delle nazioni che in seguito si formarono; mentre le differenze religiose ne furono il pretesto piuttosto che la causa; e a volte, quando la divisione ci appare ben definita, si perde di vista la causa stessa della disputa, o se ne fa una del tutto personale e non oggettiva.

Lo abbiamo visto con CLODOVEO, che puntando molto sulla conversione religiosa, questa la fece, ma con una candida ipocrisia, perchè poi non cambiò i suoi programmi che erano sempre quelli di un conquistatore barbaro; e non cambiò (compresi i suoi figli e nipoti) neppure i mezzi che erano pure questi barbari.

A una prima impressione si potrebbe far risalire a queste discordie religiose i motivi del perché non avvenne in questo periodo una unione dei due imperi (mai stati così vicini nel riuscirci) ma a una approfondito esame delle situazioni che si crearono militarmente con l' avidità di certi governanti, generali e funzionari (e perfino tra figli e padri), tali questioni anche se violente non avrebbero potuto modificare il corso della storia nel senso rispondente al fine, perché c'era una profonda differenza culturale che stavano alla base delle due popolazioni; ci troviamo dunque di fronte a questo dualismo etnico-culturale più che a un dualismo religioso tra oriente (intendiamo quello bizantino) e occidente.

Possiamo vedere in questi scontri fra regnanti non una strumentalizzazione del clero, ma semmai l'incontrario. Le corrente religiosa orientale era intrappolata essa stessa dentro una cultura politica presuntuosa che non permetteva così ad entrambe di accettare una subordinazione alla chiesa di Roma, solo perché Roma non aveva più in questi tempi il potere politico (questo era rimasto solo nelle sue insegne imperiali e basta o nei ricordi ) ma con l'assimilazione delle culture germaniche, celtiche, franche e perchè no anche barbare, in quella latina, ebbe un ricambio vitalistico vigoroso a livello inconscio che favorì agli uni e agli altri, la nascita di una nuova coscienza, che pur tenuta in quarantena tornò a farsi sentire in tutta la sua potenzialità dopo essere stato sei sette secoli latente.
(e che sia stata solo latente anche questo è opinabile; nei secoli bui pochi studiosi hanno indagato a fondo, e forse non nella direzione giusta).

Costantinopoli anche se dopo subì delle invasioni turche che modificarono le menti, queste provenivano da sedimenti di cultura, mesopotamica, persiana, mongolica, cioè tutte culture che -pur vicine- non avevano avuto più modo di confrontarsi per evolversi.
Questo invece non era avvenuto in Europa. Dal nord, certo piombarono barbari, analfabeti, tanti costumi, usi e tradizioni che cozzavano con tutte quelle latine, ma mantenne sveglie le menti.
Ognuno fece la sua parte: longobardi, carolingi, normanni, svevi ecc.

Durante i periodo dell'Umanesimo e poi in quello Rinascimentale, tutto questo stallo che era invece avvenuto a Costantinopoli lo vedremo poi nella immobilità culturale, politica, religiosa e anche una certa afasia nel linguaggio, quando arrivarono i turchi. Non conservarono latente nulla del passato, perchè avevano già capitolato da secoli, rifiutato il confronto con Roma, che nemmeno i barbari -senza cultura- disdegnarono; questi non si sentivano imperatori se prima non scendevano in Italia e a Roma.

Da questo momento, si sta creando una grande muro di incomunicabilità, che impedirà ai due mondi, di capirsi sia sul piano teologico come in quello politico e, (essendo gelosi) perfino nella lingua. In questo periodo tutta Costantinopoli parlava il greco e il latino. Rimosse tutto. La penisola italica invece nonostante duemila anni di invasioni e di dominazioni straniere mantenne integra la lingua, la sua cultura, le sue tradizione, usi, costumi, il suo ingegno e la sua vitalità seguitandole a spargerle costantemente direttamente o indirettamente su tutta Europa.

In quello culturale e tecnologico l'abisso tra i due mondi diventerà poi incolmabile, anzi diventando quello occidentale esponenziale allontanerà sempre di più i due mondi, e li invilupperà come abbiamo visto fare ancora in questi ultimi tempi nelle loro dispute che ci ricordano il medioevo. Stanno percorrendo ancora oggi i sentieri impervi che noi ci lasciammo alle spalle, non senza farne tesoro, dopo questo anno 514 e seguenti.

Eravamo saliti sullo stesso treno della storia, ci siamo incontrati con loro in una stazione, abbiamo fatto sosta; poi noi siamo ripartiti con il primo biglietto disponibile per qualsiasi destinazione (e non era facile con questo sconquasso di questi anni sapere dove andare) loro invece rimasero sulla pensilina a discutere quale biglietto prendere e per quale destinazione, e forse qualcuno pensava che non era neanche il caso di partire perchè il loro mondo era il mondo migliore. Il mondo Bizantino.
Perfino gli arabi scantonarono da Bisanzio. Mentre gli stessi arabi non scantonarono il mondo occidentale. Pur sempre mediterranei erano, come i latini. Gli arabi non inventarono nulla, ma impararono solo bene tutto quello che era stato fatto fino allora nel greco-latino "lago" Mediterraneo, poi partendo da qui, proseguirono allargando il loro orizzonte.
Un famoso scienziato arabo soleva dire "noi non è che sappiamo tutto, ma semplicemente noi conosciamo molte cose perchè ogni giorno ne impariamo una".

A ROMA sale sul soglio papa ORMISDA di Frosinone eletto il 20 luglio, succede a Papa Simmavo morto il 19 dello stesso mese



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