GIUSTINIANO PATRICIUS
In questa data GIUSTINO conferisce a suo nipote il titolo di patricius e il titolo di console.
Anche se sono dello zio queste volontà formali, queste disposizioni che sembrano già una indicazione per la sua successione al nipote, l'autore del documento è lo stesso Giustiniano.
Al confusionario Giustino, inesperto in tutto ( a parte l'arte del soldato) che sapeva appena leggere, ma non scrivere, non parve vero di avere un nipote che era sceso nella capitale e gli si era presentato con un'intelligenza così matura.
A Giustino per firmare i documenti - raccontano gli storici- gli venne fabbricata un'asticella scanalata all'interno che lui con la penna percorreva (una specie di normografo).
Giustiniano non ha perso tempo dentro i suoi numerosi uffici del Palazzo, dove si aggira notte e giorno, rivolgendo attenzione a ogni cosa, anche nei dettagli. Dai funzionari lui vuole sapere tutto, conoscere ogni cosa, discutere di ogni argomento, esaminare le carte di ogni affare, così quelle diplomatiche, militari, amministrative. Ed essendo un grosso problema quello religioso, convoca a palazzo teologi delle due fazioni in lotta da anni; vuole capire.
Prende in mano subito lui l'intera amministrazione dello Stato. E' lui nell'ombra che sta già delineando il futuro del nuovo impero bizantino. Era ansioso di esercitare il potere imperiale -anche se di fatto lo esercita- e dovette anche soffrire, lui che sentiva il bisogno di far sapere a tutto il mondo, con quanto zelo si stava applicando per riportare l'impero all'antica dignità imperiale romana. Perché a questa guardava; la restaurazione del grande "Impero Romano". Il suo compito era quello di far ritornare l'impero alle antiche tradizioni dei Cesari.
Già si sentiva il successore e l'erede vivente di quegli uomini che avevano contribuito ad estendere la loro sovranità fino ai confini dei due oceani. E soffriva nel prendere coscienza che buona parte dei territori, erano caduti in mano a dei barbari ignoranti ed arroganti.
Proprio per questo suo impegno - poichè poi riuscì a ricoprire degnamente questo ruolo di restauratore- Giustiniano fu poi definito il meno bizantino dell'ultimo degli imperatori di Roma.
Insomma l'ex contadino di Skoplje (che a quanto pare sapeva già tutto della storia romana) si sta preparando come in una missione affidatagli da Dio, a riconquistare l'infallibilità attribuita alla funzione imperiale; vuole essere lui il riformatore, il legislatore; e come gli antichi Cesari vuole ritornare alla grandezza imperiale con l'uso delle leggi e il prestigio degli eserciti.
A Giustino non parve vero, il nipote ci sapeva fare. Da questo momento è lui ad essere il subordinato. E con l'assicella di legno firma, firma tutto.
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