domenica 10 agosto 2014

ANNO 523

I FIGLI DI CLODOVEO
ALTRO ASSALTO ALLA BORGUNDIA

Nonostante i matrimoni, nonostante le buone intenzioni, la conversione, e l'accettazione di una protezione dei Franchi, il giovane re dei Borgundi, Sigismondo, piuttosto ribelle a tutte queste imposizioni, che significa la perdita di una autonomia nel proprio regno, provoca intenzioni guerresche ai quattro fratelli Franchi, che anche se stanno architettando fra di loro di farsi fuori l'un l'altro per allargare il loro frammento di regno ereditato dal padre Clodoveo, questa volta si uniscono per sottomettere definitivamente la Borgundia. Che però sono deboli come re, ma come soldati sono una forza considerevole capace di respingere anche i Franchi.

Con varie campagne, i quattro fratelli, tentano più volte l'assalto, fin quando nel corso di uno dei tanti scontri, sconfiggono uno dei reparti guidati dal re borgundo, e catturano proprio Sigismondo. Nella fuga si era rifugiato in uno di quei monasteri che Clodoveo al concilio di Orleans aveva creato come "luogo sacri" inviolabili, quindi stabilito il diritto di dare asilo politico ai perseguitati di ogni genere.

I figli non rispettano questo diritto, irrompono nel monastero, catturano Sigismondo, e gli immergono la testa in una fontana, il tempo necessario per farlo affogare.

Ma nonostante la cattura e la morte di Sigismondo, i Franchi non hanno ancora vinto i Borgundi. A riprendere in mano l'esercito è il fratello GONDEMARO, che oltre che succedergli sul trono, con una offensiva riesce nuovamente a respingere i franchi. Dopo questa guiderà poi egregiamente i suoi uomini per altri dieci anni, e sempre a spese dei Franchi

Come vedremo nei prossimi anni, questa alleanza dei quattro fratelli franchi durerà molto poco; forse lo scopo della cooperazione militare era quello di allargare prima il regno, per poi assassinarsi a vicenda per impossessarsene.
Se in occidente la situazione è ancora quella dove spadroneggiano regni barbari vassalli più o meno di Teodorico, lo stesso Teodorico come vassallo bizantino spadroneggia in Italia. Ma a Costantinopoli ragioni politiche e religiose sotto la regia di Giustiniano (anche se gli editti sono di Giustino) stanno concorrendo a sollecitare un intervento imperiale non più disposto a tollerare in Italia nè l'ostrogoto, nè la sua politica religiosa ariana.
Esce l'editto di Giustino che mette al bando l'arianesimo in tutto l'impero.
(ne parliamo il prossimo anno)

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