SCONTRO ODOACRE-TEODORICO
TEODORICO svernato nei pressi del confine italiano alle spalle dell' Isonzo, a marzo scende in Italia e si accampa proprio sulla riva sinistra del fiume. Obiettivo: attaccare Aquileia dove crede - in base ad alcune informazioni- lo sta aspettando l'uomo da battere.
Invece ODOACRE che ha avuto tutto il tempo di organizzarsi si era prima chiuso dentro la fortezza di Aquileia, ma poi riscontrato che quella città dopo la distruzione di Attila non era più sicura come un tempo, ha arretrato nella pianura veneta e si è rifugiato nella fortezza di Verona, molto più protetta ma anche con tre vie di scampo in caso di necessità strategica.
Teodorico lo insegue, a sua volta Odoacre abbandona Verona e arretra su Milano, poi si sposta su Cremona, poi a Pavia.
Il capo dei Goti lo tallona, ma non lo aggancia mai, diventa una giostra infernale con spostamenti di centinaia di chilometri in pochi giorni, un carosello architettato da Odoacre forse per farlo stancare, rinunciare. Mentre Teodorico conquista Milano, l'altro è a Cremona, e mentre lo sta per raggiungere a Cremona Odoacre ritorna su Milano, bloccando Teodorico a Pavia e a Cremona.
Risalendo TEODORICO da Cremona verso Milano, sull' Adda l' 11 Aprile avviene l'aggancio e lo scontro; ma la manovra non è che riesce bene a entrambi, uno non vince, ma l'altro nemmeno.
Ci guadagna però ODOACRE che sfugge all'accerchiamento di TEODORICO e tenta di rifugiarsi nella sua Ravenna, che più che una fortezza è un'isola protetta da tre quarti di laguna e l'altro quarto dal mare. Quasi inespugnabile.
Una mossa che però permette all'ostrogoto di ritornare su Milano e impadronirsi della intera Lombardia.
Nello scontro sull'Adda qualcosa di anomalo è però accaduto. Mentre Odoacre si sganciava e si metteva in salvo rifugiandosi a Ravenna, il suo luogotenente TUFA con metà esercito passava dalla parte di Teodorico.
Sembrò un tradimento, invece il passaggio al nemico era uno stratagemma di Odoacre già concordato con Tufa.
Teodorico abboccò all'inganno e accolse Tufa a braccia aperte.
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