I rapporti tra ZENONE e TEODORICO, malgrado quest'ultimo era stato con i suoi uomini un utile alleato per farlo ritornare sul trono dopo la congiura del generale Basilisco che gli aveva tolto il potere. Zenone però lo ha poi ricompensato il capo ostrogoto solo con alcuni titoli, e nulla più. Mentre Teodorico si aspettava la cessione di alcuni territori bizantini, quelli che dalla Illiria scendono verso Tessalonica, cioè la Macedonia. Avrebbero così esteso gli Ostrogoti il loro regno dalla Pannonia fino al mare Egeo.
Non gratificato come si aspettava, TEODORICO senza indugiare, quest'anno la ricompensa decide di prendersela da solo. Dopo aver occupata la Macedonia, scende fino a Tessalonica; ma non si ferma qui; prosegue conquistando e occupando anche le coste limitrofe, poi scende in Tessaglia, ed occupa anche l'Epiro.
Non solo, ma sempre dai Balcani, Teodorico inizia a spostare parte della popolazione ostrogota verso la Tracia, quindi a ridosso delle prime sponde del Mar Nero, poco distante dalla stessa Costantinopoli.
Una mossa che iniziò a preoccupare molto Zenone.
La strada ormai Teodorico la conosce; l'ha già percorsa due volte quando dovette regolare i conti con Leone I, e quando nel '77 è corso in aiuto proprio dello stesso Zenone. In entrambi i casi il trionfatore era stato solo lui. Di questo Teodorico senza falsa modestia ne era cosciente, ma se non l'avevano capito a Costantinopoli, l'attacco di quest'anno serviva a proprio a farlo capire a tutti quelli della corte bizantina; ai nemici, ma soprattutto agli amici; cioè a Zenone che non ha - con i suoi meriti- solo recuperato con l'aiuto di Teodorico il trono dell'Impero d'Oriente, ma senza muovere un dito, nè un soldato, Zenone si è ritrovato improvvisamente -dopo quanto era accaduto in Italia e con il regalo di Odoacre- a capo di due imperi. E a parte tutte le altre motivazioni, Teodorico un po' di gelosa stizza deve averla provata.
Teodorico ha poco più di vent'anni, ha già alle spalle due grandi successi, e quindi ha delle grandi ambizioni. Non si accontenta dei titoli che Zenone gli aveva offerto come gratitudine, lui vuole dei territori per creare un grande regno Ostrogoto tutto suo.
Quando scenderà in Italia tenterà di trasformare in Ostrogoti anche i romani. Insomma l'ambizione iniziò a correre; pensava già in grande. Progettava un grande regno ostrogoto e non respingeva nemmeno l'idea di creare anche un grande impero tutto ostrogoto.
E da qualche parte doveva pur cominciare. Primo passo Costantinopoli, e sapendo già in che condizioni era l'esercito bizantino, non doveva poi essere tanto difficile salire sul trono e farsi proclamare imperatore; questa volta di due imperi. La posta in gioco era molto grossa.
Tutto questo Zenone lo temeva, e conoscendo bene Teodorico e sapendolo anche forte con i suoi barbari i timori erano più che giustificati.
Del resto Zenone non ha un esercito in grado di poterlo contrastare. Infatti l'occupazione che Teodorico ha fatto quest'anno sulle terre bizantine non ha richiesto un gran dispendio di energie; infatti non ha quasi incontrato grandi resistenze. E se invece di prendere a Tessalonica la strada di destra prendeva quella a sinistra che portava a Costantinopoli, anche su questo percorso alternativo non è che avrebbe trovato grandi ostacoli per andare a mettere sotto assedio la capitale.
Per la terza volta Zenone è fortunato, perchè l'unica scappatoia per liberarsi di Teodorico (dopo il "regalo" di Odoacre) potrebbe essere quella di mandarlo in occidente, convincerlo ad invadere l'Italia offrendogli il vicariato imperiale di Ravenna.
Con questa ingratitudine Zenone avrebbe ripagato Odoacre; che a Ravenna non si sta comportando proprio male; come politica interna ed estera. Ha conservato le leggi e le istituzioni romane; ha rioccupato la Sicilia e la Sardegna; sta tenendo a bada sui confini i Rugi. Ma purtroppo è destinato al "sacrificio". Zenone deve allontanare da sè e da Costantinopoli il pericoloso "amico-nemico" Teodorico.
Altra via d'uscita Zenone non ha. Ma non gli sarà facile. Dopo le ostilità di quest'anno gli occorreranno tre anni per rappacificarsi con Teodorico. Nell'83, quando lo nominerà patrizio, gli esporrà il progetto per l'invasione dell'Italia per deporre Odoacre, ed infine per dare più credito alle sue buone intenzioni, lo adotterà come figlio.
Tre anni difficili, anche perchè Zenone dovrà affrontare il problema politico- religioso che si sta trascinando ancora dall'epoca di Marciano e di Leone I. Seguitano ad esserci nel paese sollevazioni monofisite sempre più violente; e altrettanto violente sono le repressioni. Zenone tenterà di fare dei compromessi (editto Enotico) con le due fazioni, ma inutilmente. Anzi nel '84 ci sarà rottura fra la chiesa d'Oriente e quella d'Occidente. (scisma acaciano).
Altro problema - e anche questo farà ritardare gli approcci con Teodorico- è quello che il capo ostrogoto oltre che essere barbaro e anche ariano; e sia il clero bizantino che i nobili di corte -fedeli alle consegne di Marciano e di Leone- cercano in tutti i modi di ostacolare i progetti di Zènone.
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