Gli succede il figlio UNERICO, ma è una eredità quella del padre molto difficile da amministrare e quindi conservare. In poco più di una generazione, della grande conquista di Genserico non rimase più nulla. Trionfò solo la pusillanimità degli eredi.
Genserico re dei Vandali e degli Alani. - Figlio (m. 477) del re Godigiselo, successe al fratellastro Gunderico nel 428. Dalla Spagna tentò la conquista dell'Africa, sollecitato, sembra, dal governatore stesso di quella provincia, il romano Bonifacio. L'avanzata fu arrestata soltanto quando l'imperatore d'Occidente riconobbe a G. il possesso della Numidia (435). Ma nel 439 G. ruppe l'accordo occupando Cartagine, per passare, l'anno successivo, a saccheggiare la Sicilia. Nel 442 un nuovo trattato comportava il reciproco riconoscimento tra lui e Valentiniano III; ma nel 455, dopo l'uccisione dell'imperatore in una congiura e la sconfessione, da parte romana, del fidanzamento tra Eudocia, figlia di Valentiniano, e Unnerico, figlio di G., questi attaccò l'Italia, spingendosi fino a Roma; se papa Leone Magno, muovendogli incontro, ottenne che la popolazione fosse risparmiata, la città fu invece orrendamente saccheggiata per 14 giorni; Eudocia fu portata in Africa col resto della preda. G. s'impadronì quindi delle isole del Mediterraneo occid., cedendo nel 476, in cambio di un tributo, la Sicilia a Odoacre. Famosa la distruzione nel 468 della flotta bizantina, incendiata davanti a Cartagine.
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