Ma se vogliamo credere allo storico Procopio (più attendibile), questo mutamento in Italia avviene dopo che a Costantinopoli sono accaduti alcuni fatti decisivi per il "sacrificio" di Odoacre.
Teodorico quando era rientrato nel 474 dopo la morte del padre, era diventato re degli Ostrogoti, ma aveva un rivale che aspirava lui a quel trono; ed era un altro capo goto TEODORICO STRABONE che non solo era contro Teodorico, ma aveva simpatie per la corte di Bisanzio. Fu infatti lui -guadagnandoci anche una bella somma- ad aiutare i congiurati di Basilisco per scalzare dal trono Zenone.
Quando poi aiutato da Teodorico, Zenone ritornò sul trono, fu lo stesso Teodorico ad affrontare gli uomini di Teodorico Strabone. Ma erano della stessa stirpe, entrambi due capi ostrogoti, e alla fine - forse perchè Teodorico non era stato bene ricompensato da Zenone nel fargli riconquistare il trono- i due si allearono tramando contro lo stesso Zenone. Fu allora che decisero di agire in concerto.
L'invasione della Macedonia e della Grecia l'abbiamo già descritta nel '79, era dunque già quella una rivalsa; i due Teodorico volevano un proprio grande regno con le terre sottratte ai "deboli" bizantini.
Ma quest'anno muore Teodorico Strabone, TEODORICO non ha dunque al suo interno più nessun rivale, è un uomo ormai potente, è padrone della Dacia e della Mesia ma vuole qualcosa in più. Forse molto di più; infatti fa sapere a Zenone che il suo popolo nel brullo Illirico non è proprio contento di starci, sogna terre migliori, e che era meglio prendere in considerazione certe cessioni piuttosto che doversi misurare con un eventuale usurpatore. A chi si riferisce Teodorico non lo dice, ma lo fa intendere benissimo. Tanto più che aggiunse che era meglio avere come vicario un figlio. Ma vicario dove?
Secondo lo storico Giordano il piano di conquista dell'Italia era già nelle mente di Teodorico. E anche Anonimo Valesiano e Paolo Diacono ci tramandano che Teodorico già pensava autonomamente a un'invasione dell'Italia e quindi già si vedeva vicario a Roma o a Ravenna. Mentre un'altra versione di Procopio (un passo che riprende poi lo stesso Giordano ) afferma che Zenone perchè temeva di essere attaccato a Costantinopoli gli venne l'idea di liberarsi del capo ostrogoto mandandolo in Italia a spodestare il "valido" Odoacre. Un sacrificio di quell'uomo che invece gli aveva disinteressatamente mandato a pochi giorni dalla sua riconquista del trono, le insegne imperiali di Roma. Una ingratitudine insomma.
Una cosa è certa che quest'anno Zenone si rappacifica con Teodorico, lo adotta come figlio, e gli da l'autorità necessaria -lo ha del resto fatto con Odoacre- nominandolo patrizio; poi lo convince a partire per l'Italia.
E se Odoacre già in Italia aspirava a una qualifica più prestigiosa (anche se di fatto era re d'Italia - e forse meritava anche il vicariato) la stessa ambizione la nutre Teodorico mentre si sta accingendo a partire.
Nemmeno lontanamente pensa che Zenone non ha nessuna intenzione di rinunciare ai propri diritti sull'Italia e non riconosce altri legittimi eredi di Teodosio all'infuori di se stesso.
Come vedremo malgrado tutti gli sforzi (e l'invio di due ambasciate con queste rivchieste) Teodorico non riuscirà mai ad ottenere quello che voleva da Zenone e da Costantinopoli (quando poi salì sul trono Anastasio e Giustino).
Fino a mettersi contro Bisanzio; contro i cristiani; fino a perdere di vista - e far fallire- quel grande progetto che aveva coltivato fin dall'inizio: una conciliazione fra Romani e barbari. Anche se voleva far diventare i romani barbari, perseguendo il suo scopo tramite guerre, alleanze e parentele con Franchi, Borgundi, Vandali e Visigoti. Dei primi sposò infatti la sorella di Clodoveo e con gli altri combinò diversi matrimoni con i vari parenti. Insomma invece di cercare alleanze a oriente lui preferiva le amicizie nei paesi ribelli a Roma.
A Roma sale sul soglio pontificio PAPA FELICE III; succede a Papa SIMPLICIO morto pochi giorni prima, il 10 marzo.
La consacrazione di Felice avvenne il 13 marzo 483. Di famiglia romana della gens Anicia. La sua elezione avvenne con il consenso popolare, di quello clericale e ratificato da un funzionario dell' imperatore Zenone, imperatore del Sacro Romano Impero d' Oriente (nda: quasi fosse stato un atto notarile)., non senza qualche intromissione da parte di Odoacre, re degli unni e fautore della deposizione di Romolo Augustolo.
Il pontificato di Felice III fu caratterizzato, in particolar modo, dal tentativo di dirimere le diverse posizioni sul modus operandi circa l'elezione alla cattedra di San Pietro tra chiesa romana e chiesa d'oriente attraverso tre concilii romani ( nda: rispettivamente nel 484, 485 e 489, tenuti sulla questione dell' Henoticon, ovvero sul sofisma monofistico della natura del Cristo ); culminato con la scomunica dei monaci e vescovi ortodossi e del loro principale ispiratore Acacio, Patriarca di Costantinopoli.
Le sfide tra la chiesa romana e quella orientale ebbero notevoli ripercussioni sul piano politico e temporale, fino a portare intere popolazioni a schierarsi le une conto le altre, quali: i popoli italici dominati dagli ostrogoti di Teodorico contro i propri fratelli, sorelle e cugini dominati dai vandali di Odoacre.
Felice III morì il 1° marzo del 492 e fu sepolto, unico tra tutti i papi, nella basilica di San Paolo. Compare ancora nel calendario universale come santità alternativa e viene festeggiato appunto, il 1° marzo.
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