Ligio al suo impegno -che era quello di tutelare il territorio italiano ora in mano ai Bizantini, Odoacre dopo la spedizione in Dalmazia si prepara ad affrontare i Rugi che premono sui confini del Norico. Una popolazione barbara che ha occupato questa regione fra le Alpi e il Danubio e che sta minacciando seriamente da qualche anno i confini italiani.
Lo scontro avviene. Odoacre riesce anche a sconfiggere i Rugi, ma non gli riesce di riprendersi il Norico.
Per le sue imprese e il suo zelo nel difendere i confini, a fare cioè gli interessi di Zenone, Odoacre pensò che era giunto il momento di fare un'istanza all'imperatore per avere un maggior riconoscimento. Nulla sa invece cosa si sta tramando a suo danno a Costantinopoli.
Zenone gli aveva già conferito la dignità di patrizio, ma Odoacre sperava nella nomina di Vicario Imperiale, cioè l'affidamento del governo della regione che stava degnamente difendendo.
Zenone nel ricevere la delegazione inviata a Costantinopoli, non diede una risposta precisa; fu compiaciuto dell'impegno prodigato dal barbaro ai confini; fu lieto di apprendere che in Italia leggi e istituzioni romane erano state mantenute; si dichiarò sorpreso che Nepote non lo avesse già nominato vicario prima di essere assassinato. E dato che Nepote era stato il suo designato a fare l'imperatore a Ravenna, si rammaricò molto per la fine che aveva fatto; e ricordò ai membri della delegazione che del resto anche lui aveva subìto da Basilisco l'offesa della destituzione e mancò poco di fare la stessa fine di Nepote. Poi consegnò una lettera molto vaga, nella quale riconfermava a Odoacre la dignità di patrizio, ma oltre non andava; non vi si accennava nessun vicariato territoriale, ma neppure impugnava quel potere che Odoacre di fatto esercitava. I suoi progetti erano altri.
Infatti nello stesso tempo, dopo l'avvenuta rappacificazione con Teodorico, Zenone dava anche al capo ostrogoto lo stesso riconoscimento. Una autorità -quella di patrizio- sufficiente, una volta Teodorico sceso in Italia, per legittimare lo stesso potere che aveva appena dato ad Odoacre.
Insomma il destino del re d'Italia barbaro Odoacre è ormai segnato. Anche se non sarà facile per Teodorico sconfiggerlo. Anzi il suo successo - dopo cinque anni di lotta- fu possibile solo con il provvidenziale aiuto del clero - nonostante lui fosse ariano- e una serie di finte diserzioni dentro le file di Odoacre. Alcuni reparti passarono a Teodorico, ma poi quando ci fu l'attacco ritornarono nei ranghi di Odoacre.
In SPAGNA muore EURICO Re dei Visigoti che ha già gettato le basi di un grande regno visigotico cercando di estenderlo oltre i Pirenei, spesso spingendosi fino alla Loira, alla Saone, al Rodano, territori che ora sta difendendo a fatica (data l'età) il giovane re dei Franchi Clodoveo.
I Visigoti hanno così quest'anno consolidato il loro dominio su quasi tutta la Spagna, tranne la Galizia occupata dagli Svevi (Suebi).
Ad EURICO gli succede il figlio ALARICO II. Anche lui terrà testa alle pressioni dei Franchi e dei Burgundi per vari anni. E per farlo si alleò perfino con Teodorico, di cui sposò la sorella Teodogota. Alleanza fallimentare; nel 507 Alarico II (a Vouillè) verrà sconfitto e ucciso in battaglia da Clodoveo, che riconquisterà il territorio in mano visigota fino al Pirenei, questa volta alleandosi con gli ex nemici: i Burgundi. Non incisivo fu l'intervento di Teodorico (auto-nominatosi reggente di Spagna) che riconquisterà il territorio franco-visigoto a nord-ovest nel 509 ma poi lo perderà subito dopo.
In AFRICA dopo aver ereditato da GENSERICO il grande regno, muore il figlio UNERICO suo successore, che a differenza del padre, in questi pochi anni di regno non ha per nulla mantenuto dei buoni rapporti diplomatici con gli altri sovrani dell'impero. Inoltre nel suo stesso paese ha promosso e guidato -contrariamente al padre, ariano ma non fanatico- una campagna persecutoria contro i cristiani.
Gli succede TRASAMONDO, che molto più saggio, cerca di moderare queste persecuzioni per non creare tensioni anche politiche.
A COSTANTINOPOLI l' imperatore ZENONE nomina TEODORICO console, lo crea capo supremo delle milizie e finalmente - ma non può far diversamente con gli ostrogoti sotto le mura di Costantinopoli- gli concede il possesso della Dacia e della Mesia inferiore.
Un cumulo di riconoscimenti che però celano in realtà tanta diffidenza verso il capo ostrogoto, che ormai ha convinto -per liberarsi di lui- a prepararsi per una campagna in Italia contro Odoacre.
IN PERSIA sempre per le continue invasioni di Unni Bianchi, come in India, queste orde di nuovi venuti infliggono all'esercito persiano sasanide una grande disfatta. Vi perde la vita lo stesso re PEROZ, si impossessano dei territori di Herat e già puntano sull'Armenia.
I Persiani mettono sul trono re VALASH, che però non può modificare la critica situazione, anche perchè le finanze (come quelle dell'Impero romano ) sono esaurite e non si può permettere di pagare gli Unni Bianchi che chiedono pesanti tributi.
Il nuovo sovrano è così costretto a concedere l'autogoverno ai barbari nominando un certo VACHAN governatore d'Armenia.
Gli Unni trasformano in un proprio impero quello sasanide in brevissimo tempo; poi si estendono rapidamente fino a Kothan nel bacino del Tarim e nei vasti territori dell'India settentrionale. Metteranno in totale crisi e poi manderanno in estinzione l'Impero dei GUPTA dove ora sta regnando quello che sarà l' ultimo imperatore BUDHAGUPTA.
I Visigoti hanno così quest'anno consolidato il loro dominio su quasi tutta la Spagna, tranne la Galizia occupata dagli Svevi (Suebi).
Ad EURICO gli succede il figlio ALARICO II. Anche lui terrà testa alle pressioni dei Franchi e dei Burgundi per vari anni. E per farlo si alleò perfino con Teodorico, di cui sposò la sorella Teodogota. Alleanza fallimentare; nel 507 Alarico II (a Vouillè) verrà sconfitto e ucciso in battaglia da Clodoveo, che riconquisterà il territorio in mano visigota fino al Pirenei, questa volta alleandosi con gli ex nemici: i Burgundi. Non incisivo fu l'intervento di Teodorico (auto-nominatosi reggente di Spagna) che riconquisterà il territorio franco-visigoto a nord-ovest nel 509 ma poi lo perderà subito dopo.
In AFRICA dopo aver ereditato da GENSERICO il grande regno, muore il figlio UNERICO suo successore, che a differenza del padre, in questi pochi anni di regno non ha per nulla mantenuto dei buoni rapporti diplomatici con gli altri sovrani dell'impero. Inoltre nel suo stesso paese ha promosso e guidato -contrariamente al padre, ariano ma non fanatico- una campagna persecutoria contro i cristiani.
Gli succede TRASAMONDO, che molto più saggio, cerca di moderare queste persecuzioni per non creare tensioni anche politiche.
A COSTANTINOPOLI l' imperatore ZENONE nomina TEODORICO console, lo crea capo supremo delle milizie e finalmente - ma non può far diversamente con gli ostrogoti sotto le mura di Costantinopoli- gli concede il possesso della Dacia e della Mesia inferiore.
Un cumulo di riconoscimenti che però celano in realtà tanta diffidenza verso il capo ostrogoto, che ormai ha convinto -per liberarsi di lui- a prepararsi per una campagna in Italia contro Odoacre.
IN PERSIA sempre per le continue invasioni di Unni Bianchi, come in India, queste orde di nuovi venuti infliggono all'esercito persiano sasanide una grande disfatta. Vi perde la vita lo stesso re PEROZ, si impossessano dei territori di Herat e già puntano sull'Armenia.
I Persiani mettono sul trono re VALASH, che però non può modificare la critica situazione, anche perchè le finanze (come quelle dell'Impero romano ) sono esaurite e non si può permettere di pagare gli Unni Bianchi che chiedono pesanti tributi.
Il nuovo sovrano è così costretto a concedere l'autogoverno ai barbari nominando un certo VACHAN governatore d'Armenia.
Gli Unni trasformano in un proprio impero quello sasanide in brevissimo tempo; poi si estendono rapidamente fino a Kothan nel bacino del Tarim e nei vasti territori dell'India settentrionale. Metteranno in totale crisi e poi manderanno in estinzione l'Impero dei GUPTA dove ora sta regnando quello che sarà l' ultimo imperatore BUDHAGUPTA.