martedì 4 marzo 2014

ANNO 484


Ligio al suo impegno -che era quello di tutelare il territorio italiano ora in mano ai Bizantini, Odoacre dopo la spedizione in Dalmazia si prepara ad affrontare i Rugi che premono sui confini del Norico. Una popolazione barbara che ha occupato questa regione fra le Alpi e il Danubio e che sta minacciando seriamente da qualche anno i confini italiani.
Lo scontro avviene. Odoacre riesce anche a sconfiggere i Rugi, ma non gli riesce di riprendersi il Norico.

Per le sue imprese e il suo zelo nel difendere i confini, a fare cioè gli interessi di Zenone, Odoacre pensò che era giunto il momento di fare un'istanza all'imperatore per avere un maggior riconoscimento. Nulla sa invece cosa si sta tramando a suo danno a Costantinopoli.

Zenone gli aveva già conferito la dignità di patrizio, ma Odoacre sperava nella nomina di Vicario Imperiale, cioè l'affidamento del governo della regione che stava degnamente difendendo.
Zenone nel ricevere la delegazione inviata a Costantinopoli, non diede una risposta precisa; fu compiaciuto dell'impegno prodigato dal barbaro ai confini; fu lieto di apprendere che in Italia leggi e istituzioni romane erano state mantenute; si dichiarò sorpreso che Nepote non lo avesse già nominato vicario prima di essere assassinato. E dato che Nepote era stato il suo designato a fare l'imperatore a Ravenna, si rammaricò molto per la fine che aveva fatto; e ricordò ai membri della delegazione che del resto anche lui aveva subìto da Basilisco l'offesa della destituzione e mancò poco di fare la stessa fine di Nepote. Poi consegnò una lettera molto vaga, nella quale riconfermava a Odoacre la dignità di patrizio, ma oltre non andava; non vi si accennava nessun vicariato territoriale, ma neppure impugnava quel potere che Odoacre di fatto esercitava. I suoi progetti erano altri.

Infatti nello stesso tempo, dopo l'avvenuta rappacificazione con Teodorico, Zenone dava anche al capo ostrogoto lo stesso riconoscimento. Una autorità -quella di patrizio- sufficiente, una volta Teodorico sceso in Italia, per legittimare lo stesso potere che aveva appena dato ad Odoacre.
Insomma il destino del re d'Italia barbaro Odoacre è ormai segnato. Anche se non sarà facile per Teodorico sconfiggerlo. Anzi il suo successo - dopo cinque anni di lotta- fu possibile solo con il provvidenziale aiuto del clero - nonostante lui fosse ariano- e una serie di finte diserzioni dentro le file di Odoacre. Alcuni reparti passarono a Teodorico, ma poi quando ci fu l'attacco ritornarono nei ranghi di Odoacre.

In SPAGNA muore EURICO Re dei Visigoti che ha già gettato le basi di un grande regno visigotico cercando di estenderlo oltre i Pirenei, spesso spingendosi fino alla Loira, alla Saone, al Rodano, territori che ora sta difendendo a fatica (data l'età) il giovane re dei Franchi Clodoveo.
I Visigoti hanno così quest'anno consolidato il loro dominio su quasi tutta la Spagna, tranne la Galizia occupata dagli Svevi (Suebi).
Ad EURICO gli succede il figlio ALARICO II. Anche lui terrà testa alle pressioni dei Franchi e dei Burgundi per vari anni. E per farlo si alleò perfino con Teodorico, di cui sposò la sorella Teodogota. Alleanza fallimentare; nel 507 Alarico II (a Vouillè) verrà sconfitto e ucciso in battaglia da Clodoveo, che riconquisterà il territorio in mano visigota fino al Pirenei, questa volta alleandosi con gli ex nemici: i Burgundi. Non incisivo fu l'intervento di Teodorico (auto-nominatosi reggente di Spagna) che riconquisterà il territorio franco-visigoto a nord-ovest nel 509 ma poi lo perderà subito dopo.

In AFRICA dopo aver ereditato da GENSERICO il grande regno, muore il figlio UNERICO suo successore, che a differenza del padre, in questi pochi anni di regno non ha per nulla mantenuto dei buoni rapporti diplomatici con gli altri sovrani dell'impero. Inoltre nel suo stesso paese ha promosso e guidato -contrariamente al padre, ariano ma non fanatico- una campagna persecutoria contro i cristiani.
Gli succede TRASAMONDO, che molto più saggio, cerca di moderare queste persecuzioni per non creare tensioni anche politiche.

A COSTANTINOPOLI l' imperatore ZENONE nomina TEODORICO console, lo crea capo supremo delle milizie e finalmente - ma non può far diversamente con gli ostrogoti sotto le mura di Costantinopoli- gli concede il possesso della Dacia e della Mesia inferiore.
Un cumulo di riconoscimenti che però celano in realtà tanta diffidenza verso il capo ostrogoto, che ormai ha convinto -per liberarsi di lui- a prepararsi per una campagna in Italia contro Odoacre.


IN PERSIA sempre per le continue invasioni di Unni Bianchi, come in India, queste orde di nuovi venuti infliggono all'esercito persiano sasanide una grande disfatta. Vi perde la vita lo stesso re PEROZ, si impossessano dei territori di Herat e già puntano sull'Armenia.
I Persiani mettono sul trono re VALASH, che però non può modificare la critica situazione, anche perchè le finanze (come quelle dell'Impero romano ) sono esaurite e non si può permettere di pagare gli Unni Bianchi che chiedono pesanti tributi.
Il nuovo sovrano è così costretto a concedere l'autogoverno ai barbari nominando un certo VACHAN governatore d'Armenia.
Gli Unni trasformano in un proprio impero quello sasanide in brevissimo tempo; poi si estendono rapidamente fino a Kothan nel bacino del Tarim e nei vasti territori dell'India settentrionale. Metteranno in totale crisi e poi manderanno in estinzione l'Impero dei GUPTA dove ora sta regnando quello che sarà l' ultimo imperatore BUDHAGUPTA.


lunedì 3 marzo 2014

ANNO 483

Nel 481 in Italia l'armonia tra Odoacre, Romani, Senato e Clero c'era, poi improvvisamente - forse uniformandosi ai desideri di Costantinopoli e di Zenone- lo scenario cambia. Odoacre diventa un "tiranno". Almeno così ci tramandano alcuni testi, che però sono i panegirici fatti a Teodorico nel suo primo periodo da ENNODIO, quando non era ancora entrato in urto con la chiesa, con i cristiani e con il papa che arrivò perfino a imprigionare e nominare lui stesso un papa (ovviamente ariano).

Ma se vogliamo credere allo storico Procopio (più attendibile), questo mutamento in Italia avviene dopo che a Costantinopoli sono accaduti alcuni fatti decisivi per il "sacrificio" di Odoacre.

Teodorico quando era rientrato nel 474 dopo la morte del padre, era diventato re degli Ostrogoti, ma aveva un rivale che aspirava lui a quel trono; ed era un altro capo goto TEODORICO STRABONE che non solo era contro Teodorico, ma aveva simpatie per la corte di Bisanzio. Fu infatti lui -guadagnandoci anche una bella somma- ad aiutare i congiurati di Basilisco per scalzare dal trono Zenone.
Quando poi aiutato da Teodorico, Zenone ritornò sul trono, fu lo stesso Teodorico ad affrontare gli uomini di Teodorico Strabone. Ma erano della stessa stirpe, entrambi due capi ostrogoti, e alla fine - forse perchè Teodorico non era stato bene ricompensato da Zenone nel fargli riconquistare il trono- i due si allearono tramando contro lo stesso Zenone. Fu allora che decisero di agire in concerto.
L'invasione della Macedonia e della Grecia l'abbiamo già descritta nel '79, era dunque già quella una rivalsa; i due Teodorico volevano un proprio grande regno con le terre sottratte ai "deboli" bizantini.

Ma quest'anno muore Teodorico Strabone, TEODORICO non ha dunque al suo interno più nessun rivale, è un uomo ormai potente, è padrone della Dacia e della Mesia ma vuole qualcosa in più. Forse molto di più; infatti fa sapere a Zenone che il suo popolo nel brullo Illirico non è proprio contento di starci, sogna terre migliori, e che era meglio prendere in considerazione certe cessioni piuttosto che doversi misurare con un eventuale usurpatore. A chi si riferisce Teodorico non lo dice, ma lo fa intendere benissimo. Tanto più che aggiunse che era meglio avere come vicario un figlio. Ma vicario dove?

Secondo lo storico Giordano il piano di conquista dell'Italia era già nelle mente di Teodorico. E anche Anonimo Valesiano e Paolo Diacono ci tramandano che Teodorico già pensava autonomamente a un'invasione dell'Italia e quindi già si vedeva vicario a Roma o a Ravenna. Mentre un'altra versione di Procopio (un passo che riprende poi lo stesso Giordano ) afferma che Zenone perchè temeva di essere attaccato a Costantinopoli gli venne l'idea di liberarsi del capo ostrogoto mandandolo in Italia a spodestare il "valido" Odoacre. Un sacrificio di quell'uomo che invece gli aveva disinteressatamente mandato a pochi giorni dalla sua riconquista del trono, le insegne imperiali di Roma. Una ingratitudine insomma.

Una cosa è certa che quest'anno Zenone si rappacifica con Teodorico, lo adotta come figlio, e gli da l'autorità necessaria -lo ha del resto fatto con Odoacre- nominandolo patrizio; poi lo convince a partire per l'Italia.

E se Odoacre già in Italia aspirava a una qualifica più prestigiosa (anche se di fatto era re d'Italia - e forse meritava anche il vicariato) la stessa ambizione la nutre Teodorico mentre si sta accingendo a partire.
Nemmeno lontanamente pensa che Zenone non ha nessuna intenzione di rinunciare ai propri diritti sull'Italia e non riconosce altri legittimi eredi di Teodosio all'infuori di se stesso.

Come vedremo malgrado tutti gli sforzi (e l'invio di due ambasciate con queste rivchieste) Teodorico non riuscirà mai ad ottenere quello che voleva da Zenone e da Costantinopoli (quando poi salì sul trono Anastasio e Giustino).
Fino a mettersi contro Bisanzio; contro i cristiani; fino a perdere di vista - e far fallire- quel grande progetto che aveva coltivato fin dall'inizio: una conciliazione fra Romani e barbari. Anche se voleva far diventare i romani barbari, perseguendo il suo scopo tramite guerre, alleanze e parentele con Franchi, Borgundi, Vandali e Visigoti. Dei primi sposò infatti la sorella di Clodoveo e con gli altri combinò diversi matrimoni con i vari parenti. Insomma invece di cercare alleanze a oriente lui preferiva le amicizie nei paesi ribelli a Roma.

A Roma sale sul soglio pontificio PAPA FELICE III; succede a Papa SIMPLICIO morto pochi giorni prima, il 10 marzo.

La consacrazione di Felice avvenne il 13 marzo 483. Di famiglia romana della gens Anicia. La sua elezione avvenne con il consenso popolare, di quello clericale e ratificato da un funzionario dell' imperatore Zenone, imperatore del Sacro Romano Impero d' Oriente (nda: quasi fosse stato un atto notarile)., non senza qualche intromissione da parte di Odoacre, re degli unni e fautore della deposizione di Romolo Augustolo.
Il pontificato di Felice III fu caratterizzato, in particolar modo, dal tentativo di dirimere le diverse posizioni sul modus operandi circa l'elezione alla cattedra di San Pietro tra chiesa romana e chiesa d'oriente attraverso tre concilii romani ( nda: rispettivamente nel 484, 485 e 489, tenuti sulla questione dell' Henoticon, ovvero sul sofisma monofistico della natura del Cristo ); culminato con la scomunica dei monaci e vescovi ortodossi e del loro principale ispiratore Acacio, Patriarca di Costantinopoli.

Le sfide tra la chiesa romana e quella orientale ebbero notevoli ripercussioni sul piano politico e temporale, fino a portare intere popolazioni a schierarsi le une conto le altre, quali: i popoli italici dominati dagli ostrogoti di Teodorico contro i propri fratelli, sorelle e cugini dominati dai vandali di Odoacre.

Felice III morì il 1° marzo del 492 e fu sepolto, unico tra tutti i papi, nella basilica di San Paolo. Compare ancora nel calendario universale come santità alternativa e viene festeggiato appunto, il 1° marzo.


sabato 1 marzo 2014

ANNO 482


ZENONE a Costantinopoli oltre i problemi che gli ha creato Teodorico, e che sta risolvendo invitando il capo degli Ostrogoti ad attaccare Odoacre in Italia pur di tenerlo lontano, ha anche quest'anno da risolvere il problema religioso che sta da un po' di tempo sconvolgendo la vita del clero a Bisanzio, con sollevazioni monofisite contro le ortodosse, seguite da dure repressioni.

Inutilmente Zenone tenta di fare dei compromessi tra le due fazioni. Promulga anche un editto (ricordato come Editto di Henokiton (Enotico) che dovrebbe portare all'unità religiosa.
L'ispiratore dell'editto è il patriarca di Costantinopoli ACACIO; ma il contenuto è molto ambiguo, non accontenta nessuno ed è scisma, che porterà proprio il suo nome Scisma Acaciano.
Infatti l'editto viene respinto da entrambe le parti, ognuno restando ostinatamente sulle sue posizioni.

Acacio fin dal 476 (quando salì al trono Basilisco, sostenitore del monofisismo - negazione della natura umana del Cristo) aveva difeso l'ortodossia. Ma con Zenone, prepara questo editto mirando con un compromesso all'unione religiosa, allontanandosi però dalla dottrina del concilio di Calcedonia (del 451) che aveva affermato un unica natura del Cristo: quella divina. Ovviamente gli ortodossi considerarono questo ambiguo atteggiamento di Acacio una eresia.

Acacio verrà poi scomunicato e deposto da Felice III nel prossimo 485, anche se lui non obbedì. Lo scisma cesserà poi nel 519 sotto l'imperatore Giustino.

ODOACRE porta a compimento la sua spedizione in Dalmazia e lo annette al proprio dominio, alla giurisdizione italica.


ANNO 481


Muore il Re dei Franchi Salii CHILDERICO. Gli succede il figlio di appena 16 anni, CLODOVEO. Sotto di lui i Franchi si unificheranno e diventeranno padroni della maggior parte della Gallia.

In Italia ODOACRE, dopo l'uccisione di Nepote in Dalmazia, organizza una spedizione contro gli omicidi (individuati in Vittore e Ovida) e ricongiunge la Dalmazia alla circoscrizione italiana.
Lo fa con molto zelo, tale da dare l'impressione che per tutelare gli interessi di Zenone in Italia, Odoacre era pienamente qualificato e affidabile; aveva la potenza militare, e anche una certa abilità politica.
Anche nei rapporti con la popolazione e in quelli con il Senato a Roma, Odoacre si comportò bene. Non ci sono precise informazioni di questo periodo sono molto scarse, ma sappiamo che già il prossimo anno a Roma si riprende la regolare registrazione dei consoli . La burocrazia ricomincia a funzionare, e nonostante Odoacre fosse ariano non ci furono tensioni con i cristiani guidati da Papa SIMPLICIO (papa dal 468 al 483), anzi il pontefice gli riconobbe l'autorità sulla penisola; e ottimi rapporti ci furono con il vescovo di Pavia, EPIFANIO.
Perfetta armonia quindi sia con la Chiesa che con il Senato. Eppure qualcosa in Italia non va; e ricercare delle spiegazioni del crollo di Odoacre sembra che gli storici ne hanno molto poche.

Quando morì Papa Semplicio, sappiamo che un patrizio, Basilio prefetto del pretorio, propose al Senato e al Clero per l'elezione del nuovo pontefice una consultazione con "re Odoacre". Quindi il re barbaro era stato ben accettato e a lui lasciavano l'ultima parola.

Poi improvvisamente - forse uniformandosi ai desideri di Costantinopoli e di Zenone- lo scenario cambia. Odoacre diventa un "tiranno" (questo atteggiamento lo descriveremo nel 483, quando avviene la rappacificazione tra Zenone e Teodorico).